Ecco alcuni consigli per nonni e nonne su come essere d’aiuto ai nipoti per la navigazione in internet. Tratto da … Altro
Tag: infanzia
Schermi e tablet, per un approccio prudente
Sabine Duflo, psicologa e pisicoterapeuta, è promotrice di campagne contro l’uso eccessivo di TV e nuove tecnologie; in questa intervista … Altro
La bambina con le ginocchia sbucciate
Il tema delle risorse segrete dell’infanzia trae spunto dal sottotitolo del libro di Silvia Vegetti Finzi: “Una bambina senza stella”. … Altro
Tempo per leggere
Oggi i gusti artistici (letterari, cinematrofici, musicali) vengono sempre più ridotti a semplice click (mi piace/non mi piace): il gusto … Altro
Ricordi di una bambina senza stella
Silvia Vegetti Finzi racconta le difficoltà di crescere in un mondo difficile e conflittuale come poteva essere quello del fascismo … Altro
Immagini pedofile e paure incontrollate
Perché la famossima fotografia della bambina vietnamita che fugge nuda dai bombardamenti al napaln mezzo secolo fa era considerata una … Altro
Appunti anarchici su una neonata
Un quarantacinquenne anarchico milanese si ritrova per scelta padre. L’evento lo costringe a ripensare e a guardare indietro nella propria … Altro
Bambini ribelli per servire meglio il mercato
Vance Packard ha mirabilmente descritto come il mercato prende la parte dei bambini contro gli adulti, destrutturando il principio di … Altro
Socrate in classe
I bambini sono dotati di un fiuto infallibile e di un’irriducibile determinazione per le domande radicali dell’esistenza umana, perciò sono spontaneamente filosofi. L’insegnante è chiamato sempre più a diventare un partner della conversazione. Questa la premessa autobiografica dell’autrice di “Socrate in classe” e “Creature variopinte”.
Valutare senza voti
Valutare senza voti alle scuole elementari è possibile e anche legale, basta volerlo. Ne abbiamo parlato in questa intervista con … Altro
Metacognizione: babbuini meglio di bambine/i?
Se i babbuini si divertono con ragionamenti analogici e sono capaci di metacognizione perché a scuola bisogna iniziare solo tardi? … Altro
Senza ginocchia sbucciate
Nell’ultimo suo libro Silvia Vegetti Finzi (La bambina senza stella) parla delle risorse segrete dell’infanzia: sono quelle che ogni bambino … Altro
Lasciateli giocare
Recensione di Vera Schiavazzi a Peter Gray, Lasciateli giocare, Perché lasciare libero l’istinto del gioco renderà i nostri figli piú … Altro
Come uscire dalla trappola
Questo articolo di Alice Miller* del 1988 è stato prima richiesto e poi rifiutato per la pubblicazione. È qui riprodotto poiché può essere utile come sintesi concreta e divulgativa, con formulazioni non troppo teoriche di alcuni concetti dell’autrice che condannò radicalmente la pedagogia nera .
La pedagogia del tasto play (2)
Continua la riflessione di Stefano Laffi su tecnologia e pedagogia: il tasto play costruisce un rapporto con il mondo disinteressato alle origini, indifferente alla natura delle cose?
Il gioco del postmoderno
Nella tradizione del gioco, ogni tenda, ogni federa, ogni pezzo di stoffa può diventare un mantello. Nelle corsie dei supermercati il mantello da Supereroe c’è, in plastica ininfiammabile e sterile. I giochi postmoderni cedono alla frammentazione dei tempi e degli spazi, non hanno più come proprio simbolo la “scatola” ma l’ubiquità, la possibilità di entrare nelle pause e negli interstizi del quotidiano: sono giochi “interinali”, a tempo determinato. I giochi della società dello spettacolo sono stupidi e puntano al divertissement. Il gioco è una perdita di tempo e i giochi postmoderni sono giochi “parassiti”, che sfruttano al meglio le nostre disponibilità di tempo. Ma d’altra parte – come il postmoderno – il gioco è un’attività libera, separata, incerta, improduttiva, regolata e fittizia. E così ci sono giochi nuovi e imprevedibili che riaprono i margini per costruirci spazi, che sono liberi, incerti, improduttivi, che permettono di costruire comunità.
Il bambino democratico
A partire dagli anni Ottanta, la crisi dell’autorità e della tradizione si sono approfondite con il neoliberismo: i partiti conservatori rifiutano il vecchio. Come cambia la pedagogia in una società in cui è sempre più radicata e radicale l’illusione che gli individui siano naturali? Le possibilità dell’azione educativa sono oggi rimesse in discussione dalla trasformazione delle nostre società in tre direzioni: la trasformazione della funzione sociale della famiglia, la difficoltà d’insegnare in una società che delegittima l’idea stessa di autorità, la progressiva riduzione della conoscenza costitutiva del soggetto a dei sapere funzionali.
L’infanzia non è un gioco
Con una mano chiediamo che i bambini siano tutelati dagli aspetti più immorali del mondo degli adulti, alimentando il mito della purezza e innocenza dell’infanzia. Con l’altra ci aspettiamo che vi si immergano fin da subito, assorbendone i principi e le regole. Adulti che vogliono diventare bambini ma che li adultizzano. Dai bambini vogliamo tutto e il contrario di tutto. Soprattutto vogliamo che siano adulti il più in fretta possibile così da placare la nostra ansia da prestazione di genitori insicuri. Ma la crescita, come una conversazione, necessita di spazi, silenzi, pause. I media sono saturi di campagne sulla difesa dell’infanzia (i pedofili, l’inquinamento, l’eccesso di violenza, il bullismo, il lavoro minorile, gli alimenti OGM, i giocattoli d’importazione, etc…). Tuttavia questa infanzia intoccabile, da difendere strenuamente contro ogni nemico e appagare a costo di indebitarsi, nasconde un lato oscuro.
Allattamento naturale: ideologia, scienza e comandamenti (2)
L’ideologia del «breast is best», sembra descrivere un corpo della donna come un’entità biologica costante, la quale raggiunge la propria essenza funzionale quando diventa non solo un corpo materno, ma un corpo materno che nutre. I sempre citati riferimenti scientifici, appena si va a fondo, non si trovano. Al loro posto le studiose hanno trovato sempre la sconfortante ammissione che saranno comunque necessarie altre ricerche. Quelle che non mancano sono invece le ricerche antropologiche che ci insegnano che l’allattamento è un fatto culturale e non naturale e come tale si presenta al mondo in molti modi.
La pedagogia del tasto play (1)
In queste pagine Stefano Laffi tratteggia una delle migliori sintesi sulle relazioni tra pedagogia e tecnologia: il tasto play è diventato forse il grande educatore? Se gli oggetti educano, qual è la pedagogia messa in atto da un ambiente materiale governato dal tasto play?
La famiglia democratica
Aneddoto di Marianella Sclavi, caso limite o caso normale nella società democratica di oggi? Due giovani genitori trattano la loro bambina, da quando è nata, come una co-protagonista di ogni decisione importante da prendere in famiglia. Ma poi succede qualcosa. E tu come reagiresti? Cosa avresti fatto prima?
I bambini sono per la maggior parte poveri e i poveri sono, per la maggior parte, bambini
Giorno dopo giorno, si nega ai bambini il diritto di essere tali. I fatti, che si burlano di questo diritto, … Altro
Riflessione su nuove tecnologie e prima infanzia (II)
Con la seconda parte dello scritto di Franco Lorenzoni, che ringrazio per il contributo offerto a GloBildung, continuano le riflessioni … Altro
Riflessione su nuove tecnologie e prima infanzia (I)
Continuiamo le riflessioni su schermi, nuovi media e lentezza pedagogica con uno scritto di Franco Lorenzoni in due parti, ecco … Altro
Le tante anime di Giove
Dall’Indice della Scuola ecco l’anticipazione online della recensione di Vincenzo Viola del libro di Franco Lorenzoni, I bambini pensano grande, … Altro
Globildung compie un anno, grazie lettor
Grazie a voi, pochi/e lettor che nel 2014 – da ben 17 paesi del globo – avete letto qualcosa su … Altro
Discorso inaugurale
In questo breve eccezionale discorso – per la prima volta integralmente sul web – la Montessori parla al popolo del rione San Lorenzo, ma anche al pianeta terra globale, unendo con poche parole i suoi pensieri: vi troviamo l’attualità dei motivi politici della pedagogia, i compiti pedagogici della politica, la sua posizione esistenziale, vicina a Nietzsche e al cristianesimo. Le nuove case per bambini, all’estero chiamate Kindergarden, avrebbero permesso nella sua idea la liberazione della donna e dei poveri.
Intelligenze senza limiti
Nella società dei talent show sembra che l’intelligenza sia capacità innata e questo è rinforzato dalla strana ideologia per cui i bambini vanno sempre e solo lodati. Lo studio di Carol S. Dweck dimostra che trasmettere un’idea dell’intelligenza come qualcosa di flessibile e migliorabile, insegnare cioè una “mentalità incrementale” centrata più sullo sforzo che sull’intelligenza o il talento, aiuta maggiormente sia nella scuola sia nella vita.
Spegnere gli schermi è possibile! … e auspicabile
“Lo schermo è pericoloso. Oggi gli studi scientifici si contano a migliaia – e gli scienziati hanno individuato i danni … Altro
Educare alla padronanza degli schermi? Sì grazie!
Il convegno Maitrise des écrans – Parigi il 30 aprile 2014 – era organizzato da insegnanti, alunni, genitori, studiosi che … Altro
Giovani pionieri al Kids Marketing
Stefano Laffi si occupa da molto tempo di giovani, come ricercatore sociale e consulente. Il suo ultimo libro, La congiura … Altro