Il tema delle risorse segrete dell’infanzia trae spunto dal sottotitolo del libro di Silvia Vegetti Finzi: “Una bambina senza stella”. … Altro
Tag: gioco
Storie di un’altra scuola possibile
L’estate che verrà – storie di un’altra scuola possibile, film-documentario di Claudia Cipriani.* È un viaggio per le scuole italiane … Altro
Giocando si impara
Lasciateli giocare perché lasciare libero l’istinto del gioco renderà i nostri figli piú felici, sicuri di sé e piú pronti … Altro
Le maschere dell’infanzia
Cosa è l’infanzia? Cosa non è? Ogni cultura e ogni periodo storico se ne è fatta una idea che ha … Altro
Senza ginocchia sbucciate
Nell’ultimo suo libro Silvia Vegetti Finzi (La bambina senza stella) parla delle risorse segrete dell’infanzia: sono quelle che ogni bambino … Altro
Lasciateli giocare
Recensione di Vera Schiavazzi a Peter Gray, Lasciateli giocare, Perché lasciare libero l’istinto del gioco renderà i nostri figli piú … Altro
Il gioco del postmoderno
Nella tradizione del gioco, ogni tenda, ogni federa, ogni pezzo di stoffa può diventare un mantello. Nelle corsie dei supermercati il mantello da Supereroe c’è, in plastica ininfiammabile e sterile. I giochi postmoderni cedono alla frammentazione dei tempi e degli spazi, non hanno più come proprio simbolo la “scatola” ma l’ubiquità, la possibilità di entrare nelle pause e negli interstizi del quotidiano: sono giochi “interinali”, a tempo determinato. I giochi della società dello spettacolo sono stupidi e puntano al divertissement. Il gioco è una perdita di tempo e i giochi postmoderni sono giochi “parassiti”, che sfruttano al meglio le nostre disponibilità di tempo. Ma d’altra parte – come il postmoderno – il gioco è un’attività libera, separata, incerta, improduttiva, regolata e fittizia. E così ci sono giochi nuovi e imprevedibili che riaprono i margini per costruirci spazi, che sono liberi, incerti, improduttivi, che permettono di costruire comunità.
Perdere tempo per educare
Cosa sta modificando questo mondo sempre più veloce nelle relazioni pedagogiche? Quale attenzione, quale concentrazione, quale profondità? Le nuove tecnologie rendono tutti gli aspetti della vita più rapidi ma cosa si sta modificando nell’età evolutiva quando queste tecnologie si sostituiscono al tempo che gli adulti passano insieme alla prole? Per chi ha ostinatamente un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro, si trasformano in occasione di scoperta del valore del perdere tempo e della lentezza educativa: sottrazione dal tempo-schermo, tempo per il dialogo e il conflitto possono essere testimonianza di amore?
L’infanzia non è un gioco
Con una mano chiediamo che i bambini siano tutelati dagli aspetti più immorali del mondo degli adulti, alimentando il mito della purezza e innocenza dell’infanzia. Con l’altra ci aspettiamo che vi si immergano fin da subito, assorbendone i principi e le regole. Adulti che vogliono diventare bambini ma che li adultizzano. Dai bambini vogliamo tutto e il contrario di tutto. Soprattutto vogliamo che siano adulti il più in fretta possibile così da placare la nostra ansia da prestazione di genitori insicuri. Ma la crescita, come una conversazione, necessita di spazi, silenzi, pause. I media sono saturi di campagne sulla difesa dell’infanzia (i pedofili, l’inquinamento, l’eccesso di violenza, il bullismo, il lavoro minorile, gli alimenti OGM, i giocattoli d’importazione, etc…). Tuttavia questa infanzia intoccabile, da difendere strenuamente contro ogni nemico e appagare a costo di indebitarsi, nasconde un lato oscuro.
Giovani pionieri al Kids Marketing
Stefano Laffi si occupa da molto tempo di giovani, come ricercatore sociale e consulente. Il suo ultimo libro, La congiura … Altro
Non c’è più tempo per il gioco libero
Oggi i bambini e le bambine non hanno più tempo per giocare tra di loro. tempo per esplorare, tempo per … Altro