“Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell’autodissoluzione, perché dietro di sé nell’essere umano lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese.” [Dietrich Bonhoeffer]
In che senso quello che diceva Bonhoeffer sulla stupidità durante il nazismo può descrivere bene il neoliberismo attuale? In cosa si manifesta oggi la stupidità e perché è pericolosa? Oggi la stupidità è promossa a valore grazie alla pubblicità; per Goffredo Fofi la stupidità consiste principalmente nel credere di pensare con la propria testa quando in realtà si è solo megafoni del senso comune più triviale.
Si può capire il collasso della cultura politica di oggi, cercando di capire il passato per cambiare il futuro? Si può e si deve farlo, anche se rischiamo di perdere ancora. Capire l’anomalia della storia italiana del secondo dopoguerra come periodo di grande resistenza e trasformazione può servire a sentirci oggi fieramente in minoranza. Avere il coraggio di dirsi minoranza nella consapevolezza che la storia iniziano a muoverla proprio le minoranze. Minoranze mosse da visioni etiche, forse persino visioni profetiche del futuro. Per Goffredo Fofi non ci sono dubbi sul fatto che il compito etico di riportare la convivenza sociale a una dimensione più umana sia un compito politico, pedagogico e spirituale da trasmettere da pochi a pochi.
Cosa è la disobbedienza civile? “L’obbedienza non è più una virtù” è ancora una slogan?

Cosa sono e perché potrebbero essere ancora attuali gli scioperi alla rovescia? Cosa è cambiato tra il 900 e oggi a livello culturale da rendere la disobbedienza opera più difficile da pensare prima ancora forse che da praticare?
Nell’intervista di RBE, Goffredo Fofi cerca di azzardare qualche risposta con ulteriori domande. Ci sono infatti delle caratteristiche dell’attivismo del 900 che val la pena continuare a tenere deste nelle coscienze critiche (ed eretiche) del XXI secolo: si tratta infatti di continuare a sollecitare (situazioni, iniziative, gruppi, riviste?), trasmettere (da generazione a generazione, da campo a campo, traducendo le lingue) e rompere le scatole (ai poteri, ai rettori, ai bugiardi, agli opportunisti, ai padroni, ai servi, etc..).